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La telemedicina salva la vita. Intervista al dott. Massimo Campisi
Il sig. G. C., ennese, ha inviato al Direttore Generale, Francesco Iudica, una lettera di ringraziamento per il servizio di telemedicina organizzato dall’ASP di Enna.
“Mia madre è una paziente di 82 anni con più patologie croniche e, su consiglio del medico di famiglia, è stata inserita tra i pazienti che vengono seguiti a casa grazie al servizio di telemedicina. Il medico responsabile del servizio di occupa di controllare con alcuni dispositivi elettronici la pressione arteriosa, il ritmo del cuore, la saturazione dell’ossigeno, la temperatura e può anche vedere e parlare con la mamma direttamente tramite il tablet in dotazione. Tutto questo direttamente da casa. Ieri mia madre si è sentita male, io ho subito inviato i dati al medico di telemedicina che ha fatto diagnosi di aritmia cardiaca; a quel punto, mi ha suggerito di recarmi al pronto soccorso per le cure del caso. Sicuramente senza questo servizio io avrei sottovalutato la situazione e lasciato passare diverse ore prima di chiamare il medico di famiglia con conseguenze gravi. Grazie Direttore per questo importante servizio che l’ASP ha attivato”.
Una bella testimonianza che commentiamo con il dr. Massimo Campisi, responsabile del Servizio di Lungodegenza e Telemedicina dell’Ospedale Umberto I di Enna, attivato presso l’Unità Operativa di Medicina Interna , diretta dal dott. Mauro Sapienza.
“Dr. Campisi, il servizio di telemedicina può salvare la vita dei pazienti, come accaduto nel caso della signora ottantaduenne?”
R. “La signora Liboria, la fortunata protagonista della vicenda a lieto fine descritta dal figlio, soffre di alcune patologie croniche e il medico di famiglia ha indirizzato la paziente al servizio di telemedicina, attivo a Enna dal mese di luglio 2021. Il servizio si occupa di seguire, con l’aiuto di dispositivi medicali in dotazione al paziente, l’andamento delle malattie croniche. I dati provenienti dal domicilio del paziente arrivano direttamente tramite internet al medico di telemedicina che segue nel tempo l’evoluzione della malattia. Ieri, la signora Liboria si è sentita male, uno di quei malesseri passeggeri giustificati dai familiari come cattiva digestione o altro, non degno di particolare attenzione. In questo caso, il figlio, per prudenza, ha usato i dispositivi in dotazione per inviare i parametri vitali al medico di telemedicina. Il risultato è stato chiaro, una pericolosa aritmia cardiaca che esponeva la paziente a un rischio concreto di ictus cerebrale. Senza aspettare oltre, il figlio, per consiglio del medico, si è recato al Pronto Soccorso per le cure del caso. Adesso la signora sta bene e ringrazia il medico per lo scampato pericolo. Ma tanti altri pazienti hanno avuto l’opportunità di ricevere l’aiuto tempestivo e preventivo da parte del servizio di telemedicina.
“Può spiegare cos’è la telemedicina e come funziona?”
R. La telemedicina tecnicamente fa parte dell’ICT (Information Communication Tecnology), quindi è una tecnologia per comunicare. In questo caso sfruttiamo le enormi potenzialità della tecnologia per comunicare dati clinici; nello specifico, frequenza cardiaca, saturazione dell’ossigeno, temperatura, elettrocardiogrammma, e altri dati indispensabili per seguire la malattia a casa del paziente.
“Perché seguire la malattia direttamente a casa del paziente invece che in ospedale?”
R La medicina moderna tende a deospedalizzare il paziente cronico perché la struttura ospedaliera deve occuparsi dei pazienti acuti e la cronicità deve essere gestita da strutture dedicate: la telemedicina, opportunamente organizzata per i pazienti cronici anziani, aumenta l’aderenza del paziente alle cure, riduce i costi di gestione della malattia, il paziente diventa, insieme al caregiver, artefice della gestione della propria malattia.
“Cosa intende per strutture dedicate alla cure del paziente anziano con malattie croniche.”
R La malattia cronica non può essere guarita: il paziente curato a domicilio convive meglio con la propria condizione patologica ma quando la malattia si riacutizza il paziente deve essere curato in ospedale. Il percorso terapeutico del paziente ha l’obiettivo di stabilizzare la riacutizzazione della malattia. Quindi, il ricovero in medicina, neurologia, nefrologia, serve a risolvere l’acuzie; la stabilizzazione della malattia avviene in lungodegenza e continuiamo il percorso assistenziale in telemedicina. Spero che in un prossimo futuro si possa creare un ‘polo per la cronicità’ che comprenda anche l’Ospedale di Comunità che è un’altra struttura indispensabile per gestire anche i pazienti cronici.
“Nella Telemedicina, sono coinvolti i Medici di Medicina Generale?”
R. La telemedicina crea e amplifica le basi per un rapporto di collaborazione tra medico ospedaliero e territoriale a beneficio del paziente e degli operatori sanitari. I medici delle cure primarie sono stati coinvolti sin dall’inizio tramite i loro rappresentanti sindacali.
“Quali sono le malattie croniche che segue a domicilio con la telemedicina?”
R. In generale le malattie croniche che affliggono l’anziano, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la bronchite cronica, lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale cronica.
“Come reagiscono i pazienti al fatto che nel dispensare le cure il medico non è fisicamente presente”
R. Bisogna considerare che il paziente riceve le cure e l’assistenza nel proprio ambiente e per il soggetto anziano e fragile, questo è un valore aggiunto; con gli strumenti per la video-chiamata che i pazienti hanno a disposizione, come il tablet, possiamo anche vederci e dialogare direttamente. Fino ad oggi nessuno ha lamentato la mancata presenza fisica del medico.
“La telemedicina necessita di una equipe dedicata?”
R. Organizzare un servizio di telemedicina non è semplice. Dietro questo progetto REA (Remote Elderly Assistance) che ha ricevuto, tra l’altro, una parte di finanziamento da parte dell’Unione Europea, ci sono almeno 4 anni di programmazione e il lavoro instancabile di diverse figure professionali non solo mediche. I pazienti oggi beneficiano del servizio grazie alla lungimiranza del Direttore Generale dell’ASP, Dott Francesco Iudica e del Direttore Sanitario, dott. Emanuele Cassarà, ambedue sempre in prima linea in tutte le fasi della programmazione del servizio.
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