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Analisi della situazione determinata dal COVID a cura della Direzione ASP Enna
Dopo fiumi di parole (che dopo un alluvione come l’epidemia di coranavirus è inevitabile portino con sé anche fango e detriti) è venuto il tempo di far parlare i numeri pubblicati nel sito della Regione Siciliana che dicono molto più di mille dichiarazioni costruite sul pregiudizio.
E i numeri dicono che la Sanità ennese – perdonerete se uso la maiuscola – pur essendo la più piccola fra quelle siciliane, ha dovuto affrontare percentualmente, l’impatto più pesante. E non di poco.
Mediamente in Sicilia i casi positivi sono stati 0,47 ogni 1.000 abitanti. Per Enna quel dato ha pesato per quattro volte tanto. Come dire che un nostro operatore sanitari ha lavorato, lui da solo, quanto quattro suoi colleghi siciliani. E per più di sette volte di un collega siracusano. E per più di dieci volte di un collega ragusano che gestisce un bacino di utenza di quasi il doppio della popolazione della provincia di Enna.
Se poi facciamo riferimento ai ricoveri, senza voler prendere a paragone la Provincia di Agrigento, dove non è stato allestito neanche un posto letto, Enna ha totalizzato 1,03 ricoveri ogni mille abitanti, e cioè quasi 8 volte la media delle province siciliane.
E, per fare riferimento alle sole città metropolitane, che pure di norma hanno anche in percentuale molti più operatori sanitari e dunque sono molto più avvantaggiate rispetto alla province più piccole, un medico o un infermiere ennese hanno lavorato per più di dieci volte dei loro colleghi catanesi, per più di venti volte di quelli palermitani e per più di cinque volte di quelli messinesi.
Ed è stata questa gran massa di lavoro dei nostri operatori che ha consentito che nessun cittadino della Provincia ennese ha dovuto aspettare anche solo un giorno per essere ricoverato e curato.
Anzi, in molti casi, di questa capacità di lavoro hanno potuto avvantaggiarsi cittadini che nella loro Provincia non hanno potuto ottenere la risposta che qui, ad Enna, hanno avuto.
Per questo vogliamo rendere merito agli operatori sanitari che con generosità, dedizione ammirevole, hanno assicurato, pur nella difficoltà del momento, una piena efficacia della risposta di cura in tutti i livelli in cui questa era necessaria.
Dalla Rianimazione – dove in pochi giorni la capacità di posti letto provinciali è stata raddoppiata – alle Malattie Infettive e gli altri reparti COVID, al reparto predimissioni di Leonforte ed ora anche con l’assistenza domiciliare, la prima ad essere partita in Sicilia.
Quando si racconterà di altre verità, che nessuno vuole nascondere o diminuire, sarebbe onesto partire da questi dati e, almeno, riconoscere che medici, infermieri, assistenti sociali, farmacisti, tecnici, ausiliari, amministrativi della Sanità ennese hanno combattuto con onore in condizioni ben più difficili, in alcuni casi proibitive, che altrove. Ed ottenuto i migliori risultati possibili.
E, per loro merito, hanno vinto la battaglia di una sanità veramente capace di servire chi soffre.
“A loro – ha dichiarato la direzione strategica aziendale – la nostra ammirata gratitudine e l’orgoglio di aver potuto condividere con loro una stagione tanto esaltante quanto dolorosa”.
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